Quirinale, se il M5S si tura il naso e vota Prodi salta il patto Renzi-Berlusconi (Peter Gomez).
29/01/2015 di triskel182

La differenza di metodo e di sostanza è evidente. Anche per questo gli iscritti al Movimento oggi devono capire che l’impegno che li attende è gravoso. Dalle loro scelte potrebbe dipendere il futuro politico italiano. Tra i dieci candidati ve ne sono molti di valore. Zagrebelsky e Cantone, per esempio (ma se ne potrebbero citare altri), rappresenterebbero un segno di discontinuità importate rispetto al passato. Entrambi sono uomini che chiedono il rispetto delle regole e le rispettano. Una rivoluzione per questo Paese. Ma è inutile girarci intorno: se leQuirinarie le vinceranno loro nessuno dei due diventerà presidente. Le possibilità che il pregiudicato Berlusconi e lo spregiudicato Renzi si accodino a questi nomi sono prossime allo zero. Se non altro perché il secondo contraente del Patto del Nazzareno sa bene che con personaggi come questi al Quirinale non verrebbe mai promulgata nessuna legge in grado di rimetterlo in gioco (vi ricordate l’articolo 19 delle delega fiscale bloccato dapalazzo Chigi fino al prossimo 20 febbraio?) o per continuare a favorirlo economicamente.
Il discorso però cambia, e di molto, se dalle Quirinarie escono i nomi di Pier Luigi Bersani o di Romano Prodi. Per il Pd sarebbe impossibile dire di no. E a quel punto i voti di Forza Italia diventerebbero ininfluenti. È ovvio, per un militante dei5 Stelle è molto dura dimenticare come il primo sia stato l’avversario principale alle ultime politiche o come il secondo sia stato il Padre dell’euro. Vi sono però momenti nella vita in cui è bene scegliere non seguendo il cuore, ma la ragione. Per questo, nel caso in cui interessasse a qualcuno, diciamo qui come la pensiamo. Tra i due è secondo noi preferibile Prodi. Di lui tutto si può dire tranne che non sia sempre stato un fiero avversario del pregiudicato di Arcore. Ha, a differenza di Bersani, una grande caratura internazionale e questo è un bene nel momento in cui, magari seguendo Tzipras, si può aprire uno spiraglio per rinegoziare almeno parzialmente le regole europee.
Nel ’96, durante il suo primo governo, ha sì commesso molti errori, ma ha pure fatto alcune cose buone. È stato per esempio lui a volere Antonio Di Pietro come ministro dei Lavori Pubblici (infrastrutture). E chi c’era può testimoniare come con l’ex pm di Mani Pulite alla testa del dicastero per qualche anno dalle parti di Porta Pia si sia davvero respirato un clima diverso. Non per niente il primo governoProdi è durato solo un paio di anni ed è stato sostituito, grazie a una manovra di Palazzo, da un esecutivo presieduto da Massimo D’Alema, un politico che nella commissione Bicamerale aveva già tentato di riscrivere la costituzione conBerlusconi.
Della serie i corsi e ricorsi storici. Inoltre, non va dimenticato, come il suo secondo governo sia stato fatto cadere grazie a unacompravendita di senatori per cui oggi il leader di Forza Italia si trova ancora sotto processo. Certo, tutto questo non basta agli occhi di molti militanti dei 5 stelle per assolvere Prodi da altre sue responsabilità politiche. E forse non basta nemmeno a noi. Ma qui si tratta di decidere: o Prodi o il patto del Nazareno. O Prodi o ilrenzusconi. Una terza via al momento non c’è. Anche perchéBersani, con la sua caotica e tremebonda gestione del voto che ha portato alla rielezione di Giorgio Napolitano, ha dimostrato di non avere gli attributi richiesti a chi deve rappresentare l’unità della Nazione. Chi vota per le Quirinarie, secondo noi, è bene che ne tenga conto.
Da ilfattoquotidiano.it
Nessun commento:
Posta un commento